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CAM Lavanolo, punto di partenza per la sostenibilità del settore di Assosistema Confindustria

Il 4 gennaio 2021 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto 9 dicembre 2020 contenente i CAM, Criteri Ambientali Minimi, che si applicheranno all’affidamento del servizio integrato di noleggio, ricondizionamento e logistica di dispositivi tessili, materassi e guanciali, indumenti ad alta visibilità e dispositivi medici sterili, per ospedali e strutture sanitarie.

Un percorso iniziato nel 2017 quando, tra i settori sottoposti ai CAM, come stabilito dal Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione, Assosistema Confindustria ha iniziato a collaborare con il Ministero della transizione ecologica con l’obiettivo di far conoscere le caratteristiche peculiari dell’attività industriale di Lavanolo e la complessità del servizio per definire al meglio i prerequisiti ambientali e il sistema premiale per gli operatori interessati ad accedere agli appalti pubblici.

Tutto ciò ha segnato un passaggio molto importante dal punto di vista ambientale per il settore. In particolare, per le aziende che svolgono il servizio di noleggio e sanificazione dei tessili per le strutture sanitarie, il provvedimento normativo dei CAM consentirà una competizione sul mercato fondata non solo sulla garanzia di qualità igienica, ma anche sull’impatto ambientale dei processi industriali.

Questo ci consente di affermare – commenta Egidio Paoletti, Presidente di Assosistema Confindustria – con maggiore forza, l’importanza e la centralità del servizio di lavanderia industriale che riveste, da sempre, un ruolo imprescindibile per il funzionamento dell’intero sistema sanitario. Ancor più, a partire dal febbraio 2020 e dall’emergenza dovuta alla pandemia, le industrie di lavanderia stanno supportando i nostri ospedali e il personale sanitario nella lotta al Covid-19, con qualità e professionalità. I CAM non rappresentano per noi la fine di un percorso, ma il punto di partenza di un modo diverso di fare impresa orientato ad alzare l’asticella della qualità igienica e ambientale”.

Qualità igienica e ambientale appartengono già a molte realtà industriali che rappresento in qualità di Presidente di Assosistema Confindustria – continua Paoletti – ma che non sono mai state considerate in maniera organica e definita come riferimento per le aggiudicazioni delle gare di appalto, per creare quel dinamismo che orienta le scelte verso continui e costanti miglioramenti. Occorre, ora, fare un passo in avanti e fare in modo che anche le gare e i relativi prezzi a base d’asta siano ragionevoli e “sostenibili” tali da consentire corrispettivi equi e sostenere il percorso di qualificazione ambientale del settore e delle filiere ad esso collegate”.

Le misure premiali previste dai CAM, come, ad esempio, le certificazioni di servizio, di processo o di prodotto, tutte orientate verso sistemi di continuo miglioramento ed efficientamento delle risorse, non sono, infatti, a costo zero, bensì incidono significativamente sui bilanci delle aziende. “Per questo l’auspicio che ripongo nelle centrali di committenza, come Presidente di Assosistema Confindustria – prosegue Paoletti – è quello di vedere gare costruite con basi d’asta che tengano conto anche della componente ambientale e di cosa significhi per le aziende implementare continuamente sistemi di miglioramento”.

Il beneficio di un ridotto impatto ambientale che comporta l’utilizzo del tessile riutilizzabile è in termini di -95% di riduzione di emissioni di CO2 e -98% di riduzione dello strato di ozono, ma anche di abbattimento di costi di smaltimento dei rifiuti di cui beneficerà tutta la comunità.

C’è una certificazione che sarà propria del servizio di lavanderia industriale e che avrà, una volta entrata in vigore, il marchio del Ministero della transizione ecologica. Mi riferisco al Made Green in Italy inserito dai CAM tra i criteri premianti. Il grande sforzo che come Associazione abbiamo fatto è stato quello di definire le Regole di Categoria di Prodotto ovvero i parametri di riferimento per calcolare l’impronta ambientale di ogni azienda rifacendosi alla metodologia PEF sulla quale sono costruite altre certificazioni come la carbon e la water foot print. Il Recovery Plan pone al centro della sua struttura la “rivoluzione verde”. Ritengo che il settore delle lavanderie industriali abbia già intrapreso la sua rivoluzione verde da molti anni e, proprio su questo aspetto, mi attendo che coloro i quali sono chiamati ad attuare queste regole prestino la massima attenzione e siano veramente convinti di poter realizzare insieme, nei fatti, una vera “rivoluzione verde”. Auspico, quindi, un vero cambio di passo per raggiungere gli obiettivi prefissi, per incrementare la qualità e la sostenibilità ambientale del mercato e riconoscere finalmente all’industria del tessile riutilizzabile il ruolo centrale che merita in qualsiasi discussione in materia ambientale”, conclude Paoletti.